Dafne

 

Ecco a voi il nuovo racconto.

Ero lontana da casa già da un po’ di tempo, l’avevo scelto, lo volevo e mi divertivo parecchio in quel periodo. Diciamo però che stavo pagando pegno per quelle grandi cazzate giovanili che a tutti capita di fare prima o poi.
Vivevo e lavoravo in un agriturismo perso nelle montagne della Marsica, mi piaceva molto ed il contatto con la natura mi stava curando l’anima, nel profondo. Eravamo un folto gruppo di ragazze.

 

ve li ricordate? Ecco un esempio di amicizia degli anni in cui ero una bambina;)

 

Un giorno arrivò lei, Dafne. Uno schiaffo in faccia dal passato. Noi ci eravamo già incontrate, proprio durante quei casini della gioventù, dall’altra parte dell’Italia. Non ci eravamo mai presentate, ma potevamo capirci, avevamo vissuto esperienze simili. Un motivo per esserci ritrovate dovevamo trovarlo. Dura, diffidente, sorrideva di rado. Se la vedeste adesso, dopo 15 anni, non credereste mai nemmeno che sia la stessa persona…. abbiamo condiviso un sacco di momenti difficili, la lontananza dall’amore, dalla realtà, dalla voglia di svoltare. Ma abbiamo fatto in modo di crederci insieme. In realtà ci siamo anche divertite moltissimo. Esperienze che davvero ti uniscono con un filo indissolubile, un legame di quelli che anche se non ti vedi per anni, ti abbracci e ti sembra di non esserti mai separata dalla tua amica, sorella, la tua persona.

Se vi va di leggere qualche avventura con Dafne, seguitemi e a breve vi farò ridere un po’ insieme a me.

Ti voglio bene Dafne e credo che tu lo sappia adesso come fra 100 anni. Mi hai sempre dato un pensiero di bontà e correttezza e per questo la mia gratitudine per te è profonda.

Grazie e un saluto a tutti!!! Ciao!!!!

In quest’ occasione ho chiesto aiuto e, a dire il vero un gentile omaggio, ad una bravissima artista  Roxy Beat. La gif qui sotto raffigura esattamente, quello che volevo esprimere. Grazie per il vostro tempo, il regalo più prezioso!!!!

 

La tenacia

 

Mai mi diedi per vinta, scrivevo a Pablo lunghe lettere, lo passavo a prendere per andare al lavoro, ero il prototipo della fidanzata perfetta. Qualcuno può chiamarlo zerbinaggio, ma quando senti le farfalle nello stomaco puoi arrivare a fare ben altro. Comunque io lo sentivo, lui era la mia metà della mela, il mio uomo, l’amore che incontri una volta nella vita.

Poi finalmente una botta di fortuna: la fidanzata parte per andare a  stare un po’ dai suoi . Ero felicissima, ma durante un pomeriggio, parlando mi tira una bomba: “se torna e  la faccio rientrare a casa da me,  stavolta me la sposo”. Ero schiacciata. Quasi non riuscivo a respirare, anche se dall’altra mi sentivo più goffa che mai. Io,  Stella, la persona indipendente per definizione, che tutto ad un tratto era peggio di un cagnolino che aspetta la pallina… Tutto mi era sfavorevole, ma nemmeno stavolta decisi di gettare la spugna. Così lo invito ad accompagnarmi al matrimonio di un’amica (ancora oggi ti dico GRAZIE FRANCY), sarà stato il prosecco, l’atmosfera dell’amore, gli occhi a cuore, i tacchi e la scollatura profonda, ma da quel giorno posso dire che qualcosa è cambiato.

Diciamo pure che,  poco a poco, senza che lui se ne accorgesse troppo, mi sono intrufolata a casa sua. Ho iniziato con una maglietta, un paio di pantaloni e lo spazzolino, poi un giorno Pablo mi guarda e mi dice: “ma.. non è il caso che tutta la tua roba la metti in un cassetto?” . Tre mesi dopo partimmo per la nostra prima vacanza insieme.

Sicuramente siamo una coppia fuori dagli schemi. Al bar ordiniamo sempre un espresso ed un macchiato, il barista porge il macchiato a me e l’espresso a Pablo: ovviamente è al contrario. Io adoro la musica rock: Muse, Smashing pumpkins, i Guns, i Cure, i Depeche mode… Lui ama asoltare Battiato, Tiziano Ferro, Lucio Dalla, Celentano… Io sono un po’ disordinata, lui è ordinato in maniera quasi …irritante.

Un anno dopo circa, siamo partiti per comprarci gli abiti per il nostro matrimonio. Eravamo nello stesso negozio, io in una stanza, lui nella stanza accanto. 30 minuti e tutto era deciso. Il matrimonio più low cost della storia, pochi invitati e zero sbattimento. L’unica cosa che volevamo era diventare marito e moglie. Sono passati cinque anni e ogni giorno sono felice di aver tenuto duro!

Mia nonna l’ha sempre detto: chi la dura la vince! Mai mollare!

 

L’incontro

 

Ero in fase di rodaggio: stavo imparando a stare sola… a casa, nel tempo libero, ma soprattutto nella mia testa. In realtà mi piaceva. Uscivo spesso e stavo molto con gli amici, eravamo davvero un’unica grande famiglia. Per cui, abituata a condividere un caffè sempre in compagnia, un giorno chiesi ad un collega di venire al bar. Lui in realtà non mi era poi così simpatico, anzi, cercavo spesso di evitarlo. Per farla breve, a bere quel caffè venne solo Pablo. Pensai subito:    ” ecco, la solita sfigata….e adesso che gli dico??” Dopo il primo attimo di imbarazzo, mi sentii come se lo conoscessi da sempre. E da quel momento ci incontrammo tutti i giorni. Mi sentivo finalemte speciale. Quando andavamo in giro mano nella mano mi sentivo una principessa.

Per raccontarvi la portata della mia beatitudine, io , che di solito in auto sono, come si dice… un po’ un animale dopo essere stata tutta la mattina in giro con Pablo mano nella mano, salgo in macchina, mi fermo al semaforo rosso e …. baaam! una dietro mi tampona. Lei scende subito a scusarsi dicendomi che è colpa sua, che ha sbagliato pedale e che le dispiace tanto. Io, felice come una pasqua (normalmente sarei stata una iena), la tranquillizzo e le pago un caffè?!?!?!?! Tutto questo per me, in qualsiasi altro momento potrebbe avere un nome soltanto: FANTASCIENZA!

Ben presto però arrivò una bomba che non ero pronta ad affrontare.

Lui era fidanzato da 15 anni, io uscivo da una storia di 7. Al lavoro sapevano tutti delle nostre rispettive situazioni sentimentali, ma di noi no, praticamente nessuno. Solo Carla, la saggia del gruppo, mamma di 5 figli…. lei ha sempre creduto in noi, in un certo senso, lei è sempre stata il nostro fun club. Comunque, quel momento terribile per me, arrivò.  Pablo preso dal rimorso tornò a casa dalla ragazza di tutta una vita.. sentiva obblighi, doveri… 15 anni… eh sì,  il salto nel buio spaventa, eccome! Io ero distrutta. Piangevo ogni momento della mia giornata. Mi alzavo e piangevo, andavo al cinema ed ero una fontana, nemmeno dormivo, che continuavo a piangere. Persi quasi  10 chili… unica nota positiva!  di quello sì che ero molto contenta. Ero talmente depressa che gli amici facevano i turni per non lasciarmi mai sola. Devo dire grazie ancora oggi ad Elena, la temeraria, che durante i nostri discorsi notturni ha sempre ascotato le pazzie e le paranoie della classica rompipalle in paranoia per amore. Addirittura mia madre, che pur di non fare shopping si farebbe tagliare un piede, mi portò in giro a comprare scarpe e vestiti nuovi… Un giorno, al lavoro, una cliente mi si avvicinò e cortesemente mi disse che avevo scordato una cosa. Nulla. E come si dice, disastro, piansi a dirotto per mezz’ora circa. Quella poveretta, visibilmente mortifica cercò per tutto il tempo di consolarmi, senza riuscirci. Si avvicinò il mio capo e mi disse che per almeno una settimana mi avrebbe sostituita, di andarmene a casa a riposarmi e tornare quando mi sarei ripresa…

La cosa buffa è che tutti pensavano che fossi così triste per la fine della mia storia con Dario.

No.

Quella era una delle poche cose in quel periodo che mi facevano sentire me stessa: decisa, sfrontata e senza rimorsi.

Stavolta vi lascio con due canzoni che adoro di un artista che stimo moltissimo. Se vi va, a breve ci sarà il seguito di questa mia storia. Intanto buon ascolto e buona serata.  Mi raccomando, lasciatemi qualche commento, son sempre in attesa di suggerimenti! Ciao